Aneurisma dell’aorta addominale: la prevenzione è salvavita
L’aneurisma dell’aorta addominale consiste nel rigonfiamento progressivo di una parte del tratto addominale dell’aorta. Questa dilatazione patologica può essere prevenuta grazie a uno screening adeguato che consente una diagnosi precoce.
Per quanto si tratti di una malattia silente, e quindi subdola, è sufficiente il ricorso a un normale ecocolordoppler per riuscire ad impedire che essa abbia un esito letale.
Proprio per questo motivo dovrebbe essere effettuato un monitoraggio periodico, soprattutto per quel che riguarda la popolazione a rischio (fumatori, anziani, soggetti affetti da ipercolesterolemia), tenendo conto del fatto che l’esame non è invasivo per i pazienti, essendo veloce e indolore.
I numeri dell’aneurisma dell’aorta addominale
Questa malattia ogni anno interessa in tutta Europa più di 700.000 persone, delle quali oltre 80.000 in Italia. Ogni anno vengono diagnosticati 27.000 nuovi casi nel nostro Paese e 220.000 nuovi casi a livello continentale.
L’incidenza tra le donne con più di 60 anni oscilla tra lo 0.5% e l’1%, mentre aumenta tra il 4% e l’8% per gli uomini.
I soggetti più a rischio sono gli uomini fumatori che hanno superato i 75 anni e che soffrono di ipertensione.
L’importanza dell’ecodoppler risulta ancora più evidente se si pensa che la diagnosi precoce è un avvenimento raro, mentre nella maggior parte dei casi l’aneurisma viene rilevato in modo fortuito.
I fattori di rischio principali dell’aneurisma sono quelli associati principalmente all’aterosclerosi e quindi: età avanzata, sesso maschile, fumo, ipertensione, obesità addominale, predisposizione genetica, ridotti livelli di colesterolo HDL e patologia coronarica.
I rischi
La rottura dell’aneurisma rappresenta il rischio più elevato, il quale è associato ad un tasso di mortalità piuttosto significativo: basti pensare che, solo nel nostro Paese, ogni anno si contano circa 6.000 morti.
In caso di aneurisma, l’arteria si dilata a causa della pressione del sangue, avendo perso la propria elasticità. Quasi sempre non ci sono segnali di allarme che possano essere riconosciuti, essendo un processo cronico e lento negli anni; a volte sono così labili che quando si giunge in ospedale ormai è troppo tardi. Così, l’aneurisma si rompe, ed è solo a quel punto che i sintomi si fanno più evidenti, con una forte riduzione della pressione provocata dall’emorragia e dolori molto intensi nella zona addominale e alla schiena.
Lo screening mirato
Lo screening mirato dovrebbe essere destinato ai soggetti più a rischio: ovvero gli uomini di età compresa tra i 65 e gli 80 anni e le persone affette da ipertensione.
La terapia
La terapia si avvale del controllo dei fattori di rischio e, quando necessaria, alla chirurgia. L’intervento chirurgico solitamente si effettua nel momento in cui la dilatazione va oltre i 5 centimetri o comunque nel caso di un veloce incremento del diametro aortico; le metodiche mininvasive attuali si basano su tecniche all’avanguardia molto meno traumatizzanti rispetto alla tradizionale operazione a cielo aperto.
Quali novità dalla ricerca?
Recentemente diverse ricerche si sono concentrate nell’identificare le alterazioni genetiche che predispongono alla formazione di aneurismi. Questo permetterebbe di individuare con anticipo le persone a rischio tramite un test su DNA. Quelli finora eseguiti, tuttavia, sono ancora nella fase sperimentale e, pur fornendo risultati promettenti, non sono stati standardizzati su vasta scala e non possono ancora essere utilizzati.
5 marzo 2023: Giornata di prevenzione dell’aneurisma dell’aorta addominale.
L’A.S.F.A.P. ed i suoi medici dedicheranno la giornata del 5 marzo alla prevenzione dell’aneurisma dell’aorta addominale, con un percorso di valutazione, diagnosi ed eventuale indirizzo terapeutico.
La giornata di prevenzione, gratuita, destinata alla popolazione over 65 con fattori di rischio cardiovascolari, si terrà dalle ore 10.00 in Piazale Alpini d’Italia, ad Arona (No) e sarà patrocinata dal Comune di Arona, sempre attento alle tematiche in materia di salute.
Dott. Salvatore SILVANO
per ASFAP – Associazione Studio Flebopatie ed Arteriopatie Periferiche