Cellulite ed insufficienza vascolare
La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica è un nome complesso ma che descrive e riassume che cos’è esattamente la cellulite.
Prima di tutto è una malattia! Essa indica una condizione alterata dell’ipoderma, un tessuto sottocutaneo presente al di sotto della cute, costituito prevalentemente da cellule adipose.
L’ipoderma è un tessuto attivo poiché il suo metabolismo è legato al bilancio calorico.
Esso svolge due principali funzioni:
Lipolisi: scioglie i grassi quando il bilancio calorico è negativo;
Liposintesi: deposita i grassi quando il bilancio calorico è positivo, costituendo quindi la riserva energetica dell’organismo.
Come tutti i tessuti, anche il tessuto adiposo, abbondante o meno che sia, ha necessità di una rete vascolare che lo nutra e lo supporti nei suoi equilibri. L’abbondanza del pannicolo adiposo nell’ipoderma dipende dalla costituzione del soggetto, dal suo equilibrio ormonale, dalle sue abitudini alimentari, dal sesso e dall’età. Nella donna si distribuisce principalmente nel distretto inferiore del corpo, ai fianchi e ai glutei, zone queste che presentano maggiore sensibilità verso l’azione degli ormoni femminili estrogeno e progesterone.
L’attività metabolica dell’ipoderma funziona regolarmente quando viene mantenuta una buona microcircolazione della massa adiposa e una diffusione regolare delle molecole di grasso. Quando la microcircolazione subisce un alterazione funzionale che non consente un corretto ingresso di acqua, ossigeno e sostanze nutritizie e una altrettanto corretta fuoriuscita di acqua, anidride carbonica e sostanze di rifiuto, essa provoca una disfunzione a carico dell’ipoderma e del derma, manifestando esternamente quell’aspetto irregolare della pelle tipico della cellulite.
CAUSE DELLA CELLULITE
All’origine della cellulite c’è un insieme di cause genetiche, ormonali e vascolari peggiorate da vita sedentaria, stress e cattive abitudini alimentari e comportamentali.
CAUSE GENETICHE: all’origine della cellulite esiste una predisposizione genetica legata a fattori come una maggiore attività ormonale, una fragilità capillare e una cattiva circolazione.
PROFILO ORMONALE: l’eccessiva attività degli estrogeni comporta ritenzione idrica, mentre dosi eccessive di progesterone stimolano il rilassamento dei vasi.
INSUFFICIENZA VENOSA: a livello degli arti inferiori, i fattori che consentono un corretto reflusso di sangue al cuore sono: la cosiddetta “pompa” muscolare, l’elasticità dei vasi e la presenza di valvole unidirezionali che consentono il passaggio del sangue solo in direzione del cuore. Quando subentrano condizioni che interferiscono sul funzionamento di questa serie di fattori, si assiste ad un rallentamento del circolo sanguigno e quindi una stasi che favorisce l’insorgenza di edemi, capillari e cellulite.
STRESS: termine che ormai viene indicato come concausa in quasi tutte le forme morbose esistenti ma che in questo particolare caso ha ulteriore peso grazie alla produzione del suo omonimo ormone: il cortisolo.
CATTIVE ABITUDINI
Dieta povera di acqua, frutta e verdura, e ricca di sale, zuccheri semplici, alcool e dosi elevate di caffeina; fumo; scarpe inadatte, come quelle con tacchi alti e punte strette; vestiti troppo stretti che alterano la postura ed ostacolano la circolazione sanguigna e linfatica; sedentarietà.
EVOLUZIONE DELLA CELLULITE
In condizioni normali il tessuto adiposo è ben irrorato dal sangue e i capillari che lo vascolarizzano, decorrendo vicino alla membrana degli adipociti, permettono corretti scambi metabolici. Quando la rete vascolare viene alterata, essa provoca una alterazione dei tessuti sovrastanti secondo quattro stadi:
Stadio 1: Si verifica un’iniziale alterazione della microcircolazione sanguigna. I vasi presentano un’anormale permeabilità della parete e ciò causa trasudazione di siero (plasma ematico senza i fattori della coagulazione), ristagnando e accumulandosi negli spazi interstiziali. Esternamente, tutto ciò si manifesta con il classico edema che in questa fase è del tutto reversibile.
Stadio 2: Aumentano i fenomeni che caratterizzano il primo stadio. Diminuiscono ulteriormente gli scambi e si verifica anche un ristagno di tossine. La pelle diventa pallida e lievemente più fredda.
Stadio 3: Si formano dei micronoduli che ostacolano ulteriormente gli scambi metabolici, causando una distruzione lenta e progressiva del tessuto connettivo del derma. La pelle presenta il classico aspetto a buccia d’arancia.
Stadio 4: I micronoduli diventano macronoduli, facilmente riconoscibili alla palpazione. Si verifica una fibrosi del tessuto connettivo, cioè un aumento del tessuto fibroso come risposta all’infiammazione del tessuto circostante. L’aspetto a buccia d’arancia diventa molto marcato mentre la pelle appare pallida, ipotermica e dolorante. Questo stadio, anche se migliorabile, difficilmente potrà tornare alla situazione di partenza.
COME SI CURA
L’attività fisica non è sufficiente a risolvere del tutto questo problema. Certo è che, se non la si pratica con una certa regolarità (almeno tre volte la settimana), il problema tende ad aggravarsi.
Pertanto, quali sono gli esercizi più indicati per far fronte e migliorare, se non altro, la cellulite?
In generale sono preferibili gli sforzi cosiddetti aerobici, quindi quegli sforzi grazie ai quali vi è un aumento delle capacità cardio circolatorie senza la produzione di acido lattico. Il motivo di questa scelta non è da ricondurre alla minor produzione di acido lattico, rispetto le attività anaerobiche (pesistica e sforzi estremi per intenderci), ma solo alla aumentata capacità di perfusione di tutti i tessuti, stimolata da un tipo di attività fisica meno intensa e più prolungata.
Ad esempio, è di gran lunga preferibile una camminata veloce rispetto alla corsa, soprattutto per chi riprende ad allenarsi dopo una lunga pausa o a chi non si allena per niente.
Rispetto alla corsa, la camminata veloce: riduce eventuali micro traumi articolari e al rachide che la corsa può amplificare; aumenta il lavoro cardiaco, vascolare e metabolico finalizzato all’utilizzo dei depositi di grasso quel tanto che basta ad indurre la lipolisi; riduce la secrezione di ormoni come cortisolo e adrenalina che stimolano l’aumento della glicemia attraverso l’aumento del Glucagone e riducendo l’attività dei recettori per l’insulina; consente di protrarre l’esercizio fisico senza quegli sforzi che possono determinare l’interruzione dello stesso, soprattutto in persone inizialmente poco motivate.
Da recenti studi si è notato che la migliore condizione, per un allenamento “produttivo”, la troviamo in un allenamento definito “Interval Training” (abbinamento tra lavoro aerobico e lavoro anaerobico) eseguito quando aumentiamo l’intensità dell’esercizio per poi diminuirla e riportarla in soglia aerobica più volte. Questo svilupperà un alto livello di forma cardiovascolare solamente se l’esercizio viene protratto per almeno 20/30 minuti.
È necessario tenere presente inoltre che la cellulite non si si presenta solo sulle gambe. Pertanto è utile associare la camminata veloce ad altri esercizi aerobici che coinvolgano le braccia come i simulatori di sci, macchine ellittiche o la bicicletta per le braccia.
Cellulite: ma si può curare?
Essendo un problema multifattoriale non vi è dubbio che la cura debba intervenire su tutti gli aspetti che partecipano alla sua insorgenza. Premesso quindi che a domicilio vadano corretti tutti i comportamenti e le abitudini poco sane, le strategie per intervenire su questo problema sono prevalentemente di due tipi: farmacologiche e fisiche. Le farmacologiche prevedono il giusto equilibrio tra le varie sostanze naturali, già presenti in natura, ed assimilabili sotto forma di integratori: centella asiatica, rusco, vite rossa, estratti di ananas, ginkgo biloba, caffè verde. Tra le strategie fisiche ricordiamo la carbossiterapia, l’ossigeno-ozonoterapia, la mesoterapia, la radiofrequenza, le onde d’urto, il linfodrenaggio manuale. Infine, talvolta, può essere necessario il ricorso alla chirurgia estetica con tecniche di liposuzione e liposcultura come tentativo finale di trattamento dell’odiata cellulite.
Dott. Salvatore SILVANO
per ASFAP – Associazione Studio Flebopatie ed Arteriopatie Periferiche